venerdì 4 aprile 2014

La mia Quarta Maratona di Roma - 23/03/2014

Pochi giorni dopo la normale crisi di idiosincrasia (direi quasi odiosincrasia) del periodo post-maratona, eccomi a raccontare la cronaca della 20^ edizione della Maratona di Roma.
Mai poteva andare peggio per una giornata uggiosa, umida e fastidiosa. Questa volta Roma mi ha messo alla prova. Si è comportata proprio da stupida!
C'è da premettere che le mie sedute di allenamento dedicate ai lunghissimi sono state sistematicamente sferzate da venti (in senso meteorologico) piuttosto forti. E chi è pugliese conosce perfettamente le condizioni climatiche del luogo in caso di forte vento di scirocco!
Mai una goccia di pioggia o una giornata umida. Solo canotta tecnica e fascia tergisudore. Tanto per abituarmi all'evento del 23 marzo.
Fin dall'ingresso alle gabbie sul lungo Viale dei Fori Imperiali lo stato d'animo mi ha messo a dura prova. Pioggia e vento non hanno affatto contribuito a rendere meno tesa l'attesa della partenza.
Protetto in parte da un impermeabile di leggera plastica, non ho potuto evitare che i rigagnoli di pioggia potessero infiltrarsi nelle scarpe e inzuppare copiosamente le mie Asics 2000-2.
Lo sconforto per quanto stava per accadere invadeva il mio corpo, ormai semicongelato, come una lama d'acciaio. Ci voleva pure il vicino atleta che, strappandosi il pettorale di dosso, si allontanava desolato dalla postazione di partenza imprecando.
Alla fine, il colpo di pistola, il boato liberativo dei 19.000 partecipanti, è stato come il fuoco di un accendino che innescava una miccia... e mi riscaldava il corpo.
In un solo minuto e 7 sec. raggiungo la fascia di start e faccio partire il mio Casio. Dopo le prime schermaglie per la conquista di spazi privi di pozzanghere e pericolose buche tra i sanpietrini, caricato dall'inno di Mameli eseguito dalla fanfara nei pressi dell'Altare della Patria, raggiungo le migliori posizioni senza pericolosi rischi di beccarmi gomitate.
Passaggio al Circo Massimo (2° km)

La tensione lentamente sparisce e mi concentro sui ritmi da impostare. Obiettivo: poco più di 5 min. a km.
Non possedendo un satellitare, il monitoraggio della velocità ad ogni km è, quindi, molto semplice. Un occhiata sistematica al mio Casio al passaggio di ciascun Km mi rassicura sulle medie.
Al 10° km premo il lap: 50 minuti e 9 secondi. Perfetto!
Nel frattempo le condizioni meteorologiche diventano clementi. Non piove più, ma minaccia!
Di solito, per rendere psicologicamente meno faticosa la Maratona, suddivido in 4 parti da 10 km il percorso. La prima parte è andata! Me ne rimangono tre. Superato il 13° km, mi vedo affiancare dai pace maker delle 3':30" a km. Straordinario! Ma per i successivi 8 km non riuscivo a mantenerlo quel ritmo. Quindi preferivo tenerli a vista. Senza strafare.
Al 20° km il mio Casio segna un parziale di 49':55".
1:45:38 il passaggio alla mezza. I pacemaker andavano più forte del loro ritmo impostato! Andava bene così. Al diavolo i palloncini verdi!
Intanto ricomincia a piovere. E con notevole intensità. Mi preoccupa il calo della temperatura che potrebbe compromettere la prestazione.
La mia prossima meta: 30 km. Siamo già a due terzi del percorso. Un parziale di 49' e 53". Strepitoso! Sono 2 ore e 29 minuti che corro e tutto sembra filare liscio. Mi rimane percorrere l'ultimo quarto della Maratona.
Il 40° km bisogna raggiungerlo in Piazza di Spagna. Ma al 35°, sull'ultimo tratto del lungotevere, prima di infilare Piazza Navona, comincio ad accusare sensazioni di freddo e crampi allo stomaco.
Passaggio in Piazza Navona

Forse a causa di ingestione di solidi (frutta secca) a cui non ero abituato? Avevo già assunto un gel al 18° km. Il secondo non riuscivo a sopportarlo. Ne butto via metà. Sento i primi sintomi della fatica e, al contrario delle precedenti edizioni, non riesco a caricarmi ai passaggi nei luoghi monumentali romani. Tutto scorre via senza interesse.
L'idea di affrontare il lungo tratto di Via del Corso mi mette in crisi. Giro su Piazza del Popolo senza il piacere di farmi fotografare da quelli di Studio5. Raggiungo e supero il 40° km in piazza di Spagna senza accorgermene e dimentico di registrare il lap. Il Real Time di TDS mi indica il passaggio a 3:23:05. Un quarto parziale quindi di 52' e 49". In fin dei conti, una perdita di 2 minuti che non compromette la gara.
Ulteriori problemi si presentano sotto il Traforo del Quirinale. Musica assordante, semioscurità e sampietrini sono ottimi miscugli per compromettere la lucidità mentale.
Ma ormai spingo il passo per inerzia. L'arrivo è a portata di 1 km. La leggera discesa finale non allevia la fatica. Rischio crampi se penso di aumentare il ritmo.
La fatica si legge sul volto

Raggiungo il fine corsa con un real time di 3:36:22. Non me lo aspettavo. Credevo di aver rallentato di parecchio, ma il ritmo medio degli ultimi 2 km e 195 mt è stato di 5' e 40 sec. a km. Normale in quelle condizioni.
Ma la mia grande sorpresa è stata quella di aver conquistato il decimo posto nella mia categoria over 65. Sesto italiano!
Tanto per chiudere in bellezza la manifestazione, non poteva mancare il violento acquazzone dopo aver tagliato il traguardo, fino al ritiro dello zaino dai camion e la lenta ritirata verso l'albergo distante altri 2 km!!
Eccomi all'arrivo

1 commento:

nino ha detto...

dura, manchequesta è andata